Quella della lavorazione del legno è un’attività antichissima, radicata nella storia e nell’evoluzione umana. Col passare dei secoli, sono cambiati i processi e i macchinari, le professionalità coinvolte e gli scopi produttivi, ma ancora oggi rimane immutata la passione di trasformare del materiale grezzo in una propria creazione, a metà tra arte e artigianato.
Plasmare un pezzo di legno, dargli una forma, cambiare la sua essenza: è un processo intimo e personale, significa concretizzare un’idea e infondere una piccolissima parte di sé, una scintilla, nel proprio lavoro. Tutto, però, parte dalla preparazione dell’elemento di base, ovvero il tronco.
Dopo aver abbattuto l’albero, vengono tagliate diverse sezioni del tronco, generalmente sotto forme di lastre che sono più facili da immagazzinare e trovano maggiori utilizzi pratici, e vengono sottoposti ad un processo di essicazione o stagionatura, allo scopo di privarli dell’acqua in eccesso: il metodo può essere naturale, tramite bilanciamento dell’umidità interna del legno e umidità esterna dell’ambiente lasciandolo all’aria aperta per un periodo che va dai 7 agli 8 mesi, oppure artificiale, in apposite camere in cui vengono sottoposti all’aria calda. Da questa fase dipende molto la qualità e la resistenza del materiale: dalla parte più pregiata dell’albero viene ricavato il legno massello, il migliore per le lavorazioni artigianali.
Con in mano il materiale da lavorare, la prima fase è quella del taglio della lastra di legno per renderla a misura di quello che si vuole creare. Esistono diverse tipologie di seghe, che dipendono dal legno con cui si sta lavorando: ad esempio, se si ha a che fare con un pezzo particolarmente grosso, è utile usare una sega a nastro, che riesce a gestire grandi spessori, ma non permette un taglio preciso; il suo scopo è proprio quello di ridurre a dimensioni maggiormente gestibili in modo da poter essere lavorata con maggiora finezza utilizzando una sega circolare.
A questo segue la piallatura, operando sulle facce del pre-lavorato in modo da pareggiarle e allinearle, da renderle sia parallele che dello spessore desiderato: per farlo vengono utilizzati strumenti chiamati pialle a filo e a spessore.
Altre fasi di lavorazione del legno dipendono dall’oggetto che stiamo realizzando: la fresatura, ad esempio, permette di realizzare particolari tipologie di superfici (scanalature, incisioni, decorazioni, piani, ribassi, …) e di smussare gli angoli vivi, sagomando i bordi; invece, la foratura, come si può dedurre dal nome, permette di realizzare fori per incastrare nel legno diversi elementi, come serrature o cerniere utili per armadi o infissi delle finestre.
Infine abbiamo la levigatura, un processo di rifinitura che si può realizzare a mano o con macchine (levigatrici a nastro da banco, a nastro oscillante o nastro lungo) per preparare il legno alla fase di finitura delle superfici: questa fase è importantissima sia per motivi estetici, sia per conservazione del materiale. Le azioni di finitura possono essere mordenzatura, verniciatura, smaltatura e laccatura.
La lavorazione del legno è quindi un processo dalle molte sfaccettature, ma rimane comunque guidato dalla volontà dell’artigiano: ogni pezzo di legno e ogni progetto porta ad un percorso di lavorazione unico, per far esaltare le peculiarità del materiale e per far emergere la passione del creatore.
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