L’incontro unico tra legno massello e resina epossidica
Nella creazione artigianale, l’immaginazione è un elemento fondamentale, è la capacità di osservare quello che è e proiettarlo su quello che potrebbe diventare: più è forte la vena creativa, più saranno originali le forme, gli abbinamenti e i colori, per un risultato finale realmente unico e irripetibile.
Il legno massello è un materiale di alta qualità, molto resistente, facile da lavorare e con affascinanti sfumature cromatiche; sulla sua superficie ci sono nodi, tagli, increspature, crepe e venature, che riportano la storia dell’albero e che costruiscono un quadro di imperfezioni da valorizzare per avere un mobile irripetibile.
La preziosità del legno massello però non esclude l’abbinamento con altri materiali, per cercare combinazioni che solo l’immaginazione di un artigiano può trovare.
Per esempio, legno e ferro si supportano a vicenda essendo entrambi materiali grezzi, comunicando una sensazione unitaria e coerente; legno e marmo sono invece una combinazione diametralmente opposta, un contrasto tra una superficie calda, ruvida e imperfetta, e una fredda, liscia e curata.
In questo gioco di opposti si inserisce anche il legno massello con la resina epossidica: quest’ultima è un tipo di materiale sintetico viscoso, che può essere solidificato con un apposito indurente che innesca una reazione a freddo (cioè senza necessità di riscaldamento del composto) e la indurisce, dandole un aspetto vetroso; può essere mantenuta trasparente oppure combinata con pigmenti per ottenere effetti cromatici che spaziano dal monocolore a pattern più elaborati e variopinti. La resina epossidica è atossica e facile da mantenere nel tempo, perciò trova molte applicazioni nelle pavimentazioni, ma anche in elementi decorativi di vario genere.
Proprio per le sue proprietà e la sua facilità di applicazione, la resina epossidica è un’ottima candidata per un tavolo in legno massello: allo stato vischioso può essere maneggiata e plasmata liberamente, può riempire crepe e tagli aderendo perfettamente oppure collegare due tavole di legno in una sola, per poi innescare la reazione di indurimento e conservare permanentemente il risultato ottenuto.
Sono molti e forti i contrasti tra questi due materiali: uno è naturale, l’altro è sintetico; uno è mutabile, l’altro statico; uno è imperfetto, l’altro è immacolato. Con tanti aspetti così irrimediabilmente inconciliabili, la loro combinazione crea in realtà un completamento e di equilibrio, con le caratteristiche di uno che si bilanciano perfettamente con quelle dell’altro: Yin e Yang insomma.
Il fatto stesso che la resina al suo stato viscoso possa perfettamente prendere la forma di una depressione, di una crepa o di un taglio permette di creare una superficie continua e al contempo discontinua, di riempire le mancanze del legno senza però davvero riempirle davvero, essendo la resina così diversa e aliena, e conservare così l’attenzione su tutto ciò che circonda questo riempimento, ovvero il resto della tavola in legno, con il suo pregio e fascino.
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